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giovedì 16 gennaio 2014

LA DOMOTICA ALLA PORTATA DI TUTTI È FINALMENTE REALTÀ

L’acquisto di Nest da parte di Google è solo la punta dell’iceberg. Grazie alla diffusione di Wi-Fi, bluetooth e soprattutto Smartphone e tablet il settore della domotica “consumer” sta subendo una enorme crescita come varietà di prodotti e, sopratutto, la possibilità di far interagire standard molto diversi tra loro. Le novità e i numeri del CES lo confermano.

L’internet delle Cose, ovvero degli oggetti interconnessi non è una novità degli ultimi mesi ma è un processo di progressiva automazione e di applicazione di sensori ad oggetti di uso quotidiano che è iniziato tanti anni fa con progetti portati avanti da grandi multinazionali dell’elettronica come ABB o da produttori di componenti per impianti elettrici e termoidraulici. Sono nati e cresciuti in questi anni tantissimi protocolli di interconnessione e molti di questi sono di fatto proprietari e/o scarsamente interoperabili. Ecco un elenco limitato: Batibus,- Cebus, EDS, EIB (European, EHS (European Home System, HAVI (Home Audio Visual Interoperability), HES (Home Electronic System), Home Plug Alliance, Jini, KNX (Konnex), LonWorks, No New Wires, OSGI (Open Service Gateway Initiative), Sharewave, UPnP (Universal Plug and Play), VESA Home Network, Crestron, Insteon, X-10, ZigBee, Z-wave.

Tutti questi protocolli sono di solito dotati di un Gateway, un elemento che fa da ponte tra il sistema domotico, uno o più pannelli di controllo e  la comunicazione dati attraverso Internet, GSM/3G o persino bluetooth: di fatto il gateway utilizzato è frutto della scelta del protocollo con cui si decide di organizzare il proprio impianto domotico sia esso connesso con dei fili (ad esempio KNX, Batibus, X-10) che senza fili (ad esempio ZigBee e Z-wave): il gateway di solito necessita di una programmazione e di una fase di implementazione delle periferiche non alla portata di tutti e, nel caso di componenti cablati, la presenza di un installatore autorizzato.
Il primo passo verso la “democratizzazione” della domotica è la pervasività degli smartphone e dei tablet da una parte perchè tutti gli utenti ne possiedono o usano almeno uno, dall’altra perchè si possono utilizzare economicissimi tablet android o modelli iOS di vecchia generazione per sostituire del tutto i costosi display (anche touch) dedicati che erano necessari un tempo per accedere alle regolazioni dell’impianto.
Allo stesso tempo sono comparsi sul mercato nuovi sistemi “proprietari” con cui grandi aziende come Belkin con il suo Wemo, Philips con il suo Hue e altri cercano di portare al consumatore finale la capacità di intervenire direttamente sul proprio impianto cambiando direttamente lampadine, installando prese e ciabatte, telecamere e sensori che non richiedono nè l’intervento di un elettricista ne’ di un programmatore: questo se da una parte “democratizza” l’accesso alla domotica limita in qualche modo l’accesso alla enorme gamma di sensori e strumenti di controllo disponibili con i protocolli meno “consumer”.
Quello che si è visto al CES 2014 è un enorme movimento verso due tendenze: da una parte l’allargamento dei prodotti dedicati sia con protocolli proprietari, dall’altro l’integrazione sempre maggiore delle piattaforme domotiche per eccellenza, soprattutto quelle wireless come Z-wave e Zigbee con i protocolli più standardizzati come Wi-Fi, IP6, Bluetooth etc.
Questo avviene da una parte perchè le aziende specializzate in domotica sentono sul collo il fiato di chi propone sistemi facili da usare e configurare sia perchè gli sviluppatori capiscono l’esigenza del cliente di poter far convivere gli strumenti più belli e quelli più convenienti dal punto di vista prezzo/prestazioni all’interno di un unico impianto.
Nascono così progetti come Revolv, una sorta di super-gateway gestibile da iPad o iPhone (4S o superiore) che mette insieme i protocolli tradizionali della domotica come Z-wave (adesso) e Zigbee (in futuro) a quelli utilizzati dagli oggetti più “cool” in commercio come quelli di NEST (che alla fine del CES è stata acquistata da Google), il sistema di illuminazione HUE di Philips, il sistema audio multiroom di Sonos. Sarà venduto a 299 Dollari e per il momento solo in USA e solo per iPhone o iPad. Interessante al CES 2014 anche Piper, una telecamera Wi-fi con capacità di sorveglianza ma che allo stesso tempo e’ anche un gateway Z-wave e costa pochissimo più di una telecamera evoluta (199 Dollari): forse arriverà anche in Italia.
L’obiettivo di fondo rimane quello di avvicinare il grande pubblico alla domotica e il moltiplicarsi di prodotti e di approcci e pure di modalità di utilizzo è in grado di spianare la strada e creare un enorme mercato e tante opportunità sia per i produttori che i consumatori che vedono ridursi anche il costo di accesso ad una tecnologia che non è riservata ai possessori di mega-ville e che in molti casi sono in grado di auto-implementare nella propria abitazione.

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