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giovedì 31 luglio 2014

RINNOVABILI: LE GRANDI AZIENDE OSTACOLATE DAI BIG DELL'ENERGIA

Alcune delle più grandi aziende del mondo vogliono aumentare il peso delle rinnovabili dei loro gruppo ma hanno un problema: a render loro la vita difficile sono le stesse utility.

Per questo 12 grandi nomi, da Facebook a Walmart e GM hanno creato un consorzio informale, per cercare di superare gli ostacoli che nascono per l'acquisto di energia rinnovabile e la condivisione delle best practises.

Nessun interesse economico, solo la volontà di espandere la propria quota di energia pulita. Cercando di aumentare la disponibilità di energia rinnovabile a costi competitivi per gestire le imprese, le 12 società hanno firmato i Principi per il fabbisogni di energia rinnovabili per comunicare meglio le loro esigenze di acquisto e le aspettative per il mercato, che stenta a tenere il loro passo.

Le aziende - Bloomberg, Facebook, General Motors, Hewlett-Packard, Intel, Johnson&Johnson, Mars, Novelis, Procter&Gamble, REI, Sprint e Walmart - sperano che tali suggerimenti possano aprire nuove opportunità di collaborazione con le utility e con i fornitori di energia.

Con un target di energia rinnovabile combinata di 8,4 milioni di megawattora (MWh) per anno fino al 2020, le 12 aziende sono alla ricerca di un cambiamento di mercato che permetta loro di raggiungere i loro obiettivi di energia pulita.

Per soddisfare almeno quelli a breve termine queste hanno dunque bisogno di oltre 8 milioni di MWh di energia rinnovabile, la stessa elettricità che occorre per alimentare circa 800.000 case ogni anno. Gli acquirenti di grandi dimensioni hanno spesso difficoltà a rapportarsi con le utility tradizionali per l'acquisto di fonti rinnovabili a prezzi competitivi, aumentando la complessità delle procedure e i costi di transazione. Difficoltà riconosciute anche dal WWF e dal World Resources Institute (WRI), che hanno ribadito l'esigenza di linee guida chiare.

Ecco quali sono i 6 principi suggeriti dalle 12 big:

1. Maggiore scelta nelle opzioni di approvvigionamento

2. Maggiore accesso a opzioni competitive

3. Contratti a termine più lunghi e a prezzi fissi per l'energia

4. L'accesso a nuovi progetti che riducono le emissioni al di là del business

5. Maggiore accesso ai finanziamenti, nonché processi standardizzati e semplificati

6. Aumento delle opzioni di acquisto in collaborazione con le utility.

I firmatari iniziali sono pionieri, ma il gruppo si sta espandendo sempre di più una volta che le aziende stanno riconoscendo la necessità di un cambiamento del mercato per cogliere le opportunità offerte dalle energie pulite.

Aziende che hanno dimostrato con i fatti di essere alla ricerca del cambiamento, come Facebook, al lavoro su un grande datacenter europeo ecologico o ancora l'invito della società di Zuckerberg di aderire all'OCP per data center più green. E ancora, Walmart al lavoro per ridurre gli imballaggi e per rilanciare il settore delle fonti pulite negli Usa.

In aiuto, le aziende chiamano anche i regolatori statali e locali per stimolare le utility. “Queste aziende sono leader del mercato nella creazione di domanda di energia rinnovabile. I loro principi forniscono una guida per i fornitori del mercato”, ha detto Suzanne Apple, vice presidente senior del settore privato per il WWF. “Alcune delle più grandi aziende americane stanno adottando energie rinnovabili, e la loro domanda collettiva richiede al mercato di tenere il passo.”

Si parla di questo, mentre in Italia il settore delle rinnovabili è colpito dalle tasse sull'autoconsumo e dal nuovo spalma incentivi che, promettendo di tagliare del 10% le bollette delle Pmi, potrebbe mettere a rischio gli investimenti italiani e stranieri nel settore delle energie pulite. In questa situazione così incerta, quali possibilità offrirebbe il mercato italiano a chi vuole scegliere le rinnovabili?

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