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lunedì 28 ottobre 2013

LONDRA E IL NUCLEARE: UNA "TECNOLOGIA DI STATO"

Dopo il disastro nucleare di Fukushima, la Gran Bretagna sta per firmare il contratto con la società francese EDF per la costruzione di una centrale nucleare dal costo di circa 23 miliardi di Sterline.

La centrale sorgerà presso il sito di Hinkley Point C, sulla costa del Somerset, dove sono già presenti due impianti nucleari: una presso Hinkley Point A (ora dismessa) e l’altra presso Hinkley Point B, il cui impianto è gestito proprio dalla EDF. In realtà, la EDF gestisce 15 reattori nucleari in Gran Bretagna, rilevati nel 2008/2009 dalla British Energy per un valore di circa 12,5 miliardi di sterline.

Secondo l’accordo, la società controllata francese, la EDF, sarà capo commessa di un consorzio comprendente investitori cinesi, tra cui la China National Nuclear Corporation (CNNC) e la China General Nuclear Power Corporation (CGNPC), per costruire 2 reattori EPR (European Pressurised Water Reactor) progettati dalla francese AREVA. La EDF dovrebbe avere dal 30 al 40% del pacchetto azionario, mentre la AREVA il 10%.

I 2 reattori, ciascuno della capacità di 1.6 gigawatt, dovrebbero produrre circa il 5% del fabbisogno nazionale britannico e aumentare la sicurezza energetica del Paese che necessita di sostituire il 20% degli impianti ormai obsoleti ed inquinanti.

L'elettricità prodotta, pronta non prima del 2023, verrà pagata il doppio del suo valore di mercato e a coprire la differenza saranno i consumatori britannici.
In ogni caso dunque è pacifico che per avere nuovo nucleare nel paese bisogna incentivarlo come se fosse una fonte di energia pulita. Ed è chiaro che lo si farà, a dispetto delle passate assicurazioni che le nuove centrali nucleari si sarebbero realizzate esclusivamente con il denaro dei privati. Per permettere la costruzione di nuovi reattori, come disposto dall'ultima riforma del mercato elettrico, verrà infatti adottato il meccanismo dei cosiddetti contracts for difference, una sorta prezzo dell'energia garantito. Per semplificare, se alla centrale di EDF verrà garantito uno strike price di 100 £/MWh come richiesto, quando il prezzo di mercato sarà al di sotto di questa cifra (come in effetti è) il pubblico dovrà pagare la differenza tra prezzo di mercato e strike price.
Londra, a differenza di altre potenze come Germania e Giappone che hanno optato per l'abbandono, vede ancora il nucleare come centrale nel suo mix energetico futuro. L'esecutivo britannico ha ribadito: punta a far costruire centrali per 16 GW, cosa che dovrebbe creare circa 40mila nuovi posti di lavoro. Nella strategia illustrata oltre 40 milioni di sterline in fondi per la ricerca e collaborazioni con l'industria del settore.
Una prova che oggi il nucleare è sempre più una "tecnologia di Stato" e non serve ad abbassare le bollette.

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