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giovedì 10 ottobre 2013

L'ENERGY-SHARING

Condivisione sembra essere una delle parole chiavi del nuovo millennio. Che senso avrebbe allora lasciare fuori dal paradigma dello sharing un elemento fondamentale come le energie rinnovabili? 

Con questo spirito nasce ‘Collaborating Smart Solar – powered Micro – grids’ (COSSMIC), progetto internazionale approvato e cofinanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del Settimo Programma Quadro. Sotto il coordinamento del Stiftelsen Sintef l’iniziativa fa convergere ricercatori di Norvegia, Italia, Olanda e Germania su un obiettivo ben preciso: lo sviluppo di tecnologie ICT che facilitino la condivisione di energia rinnovabile su piccola scala (ad esempio prodotta da edifici che insistono su una medesima zona).

Nel dettaglio, COSSMIC cercherà di dimostrare la fattibilità dell’energy-sharing, questo concetto in due aree differenti: Costanza in Germania e nella provincia di Caserta in Italia, ente coinvolto nel progetto in partenariato con la facoltà di Ingegneria della Seconda Università degli Studi di Napoli. Si tratta di aree completamente differenti in termini di popolazione, quantità di luce solare e attrezzatura disponibile, ma in cui si tenterà in egual modo di motivare le persone a partecipare all’acquisizione e alla condivisione di energia rinnovabile nel vicinato. “Con sistemi di controllo e di gestione intelligenti, – si legge sul sito web del progetto – diversi tipi di edifici (per esempio un insieme di case, aziende e scuole) potrebbero essere connessi in modo tale che il vicinato potrebbe usare più della propria energia rinnovabile all’interno della comunità. Per esempio, se un vicino non usa la sua auto elettrica per un giorno, la sua batteria potrebbe essere utilizzata per immagazzinare l’energia in eccesso prodotta dai pannelli solari sul tetto di un altro vicino”.

Al centro della ricerca ci saranno sistemi di gestione e di controllo della produzione energetica, attraverso micro-reti integratedispositivi di stoccaggio e una soluzione ICT che consenta la riduzione della variazione di produzione decentrata di energia rinnovabile immessa in rete. In questo contesto la Seconda Università degli Studi di Napoli svilupperà una piattaforma basata su tecnologie informatiche intelligenti che sfruttano agenti software mirati a evitare gli sprechi ed aumentare l’autoconsumo. L’Università di Oslo definirà invece dei modelli di comportamento delle micro-reti intelligenti per ottimizzare la soddisfazione dei propri utenti.

Il futuro è molto più green di quel che si pensa! 


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